Siamo nell’ultimo lembo della provincia di Roma sotto le colline romane di CastelGandolfo e non stupisce che tra la folla accorsa per l’inaugurazione della nuova cantina biologica di CantinAmena ci siano porporati e tante personalità del luogo.
Siamo vicini tra le Doc Aprilia, Colli Albani e Marino note quasi solo dai corsi per sommelier ma la terra è generosa e interessante per chi prova a sfruttarne il potenziale in termini vitivinicoli tant’è che alcuni grandi gruppi stanno cominciando ad investire in zona. Intanto è la famiglia Mingotti con i fratelli Silvia Osvaldo ed Enrico, che hanno deciso nel 2004 di investire nel rinnovo di Vigna Amena, vigneto acquistato dai genitori Valeriano e Maria Rosa per l’amicizia che li legava alla famiglia Prandelli, proprietari del luogo dal primo dopoguerra come ci raccontano nel nostro tour della cantina sotterranea.
Oggi l’azienda conta 18 ettari a vigneto e 1 ettari a kiwi e un oliveto, tutto in regime biologico sotto la guida di un team giovane e motivato a partire dall’agronomo Daniele Vittorilli fino all’enologa Claudia Agrifani. 10 i vitigini impiantati (tra cui montepulciano d’Abruzzo e petit verdot) ma l’attenzione si è subito focalizzata su cesanese, malvasia puntinata, cabernet sauvignon e merlot. Da questi ultimi due è nato il primo vino del nuovo corso aziendale, il Patientia 2011, cui hanno fatto seguito il cesanese Arcana nel 2013 insieme al Divitia, malvasia del Lazio. Saltando la vendemmia 2012, il Patientia si è ripresentato in una versione più definita ed elegante nel 2013 e dal serbatoio abbiamo assaggiato prima che una parte passi in barrique il blend 2015, decisamente intrigante per profumi definizione e complessità aromatica. Nella cantina storica rimessa a pulito durante i lavori di costruzione della nuova struttura si può osservare il sottosuolo tufaceo e passeggiare ripercorrendo le tappe della storia aziendale e familiare in un percorso intrigante e che mostra un bell’inizio di una storia ancora tutta da scrivere.
