Una passeggiata tra i vigneti di CantinAmena. Sono stato indeciso su come aprire questo articolo. In testa ritornavano tanti argomenti dai quale partire per costruire la mia visita in cantina. Tutti validi, tutti buoni tanto da accrescere le mie incertezze. Escludere un argomento in favore di un altro lo vedevo come un atto di ingiustizia. Ho preferito la par condicio e apro questo viaggio partendo da me e affrontando i singoli argomenti in seconda battuta

Scelgo una domenica in vigna

Sono  fortunato. Ho avuto la possibilità di passare una domenica ai piedi dei castelli romani. A 30 chilometri da Roma il mio pensiero per un attimo è andato all’uomo metropolitano che la mattina si alza e affronta le sue lotte con il cemento, il traffico, la frenesia,  lo smog e il caos cittadino. Mi sento fortunato perché in una splendida domenica di ottobre calpesto la terra marrone tra vigneti che hanno appena superato la vendemmia. Di fronte a me le colline dei castelli romani illuminate da un sole caldo e accecante.

Alla mia destra una ferrovia che viene battuta a velocità da un treno direzione capitale mi ricorda che Campoleone, nella sua piccola dimensione, può essere una piacevole alternativa ai centri commerciali.

Tra il mare e i castelli, lontano da Roma e vicino alle colline sono stato accolto da CantinaAmena.  Passiamo la giornata in compagnia dell’agronomo Daniele Vittorilli, affermato sull’intero territorio per competenza e professionalità noi ne saggiamo anche la qualità di saper trasmettere passione.

Un storia nata nel dopo guerra.

CantinAmena nasce nel 2004, quando  Valeriano e Maria Rosa Mingotti acquistano alcuni ettari di terreno nelle campagne di Lanuvio. Fino a quel momento l’azienda diversificava la propria produzione in kiwi e uva. I nuovi proprietari da Brescia portano con loro l’idea di identificare la cantina con un  proprio brand per commercializzare il vino da loro prodotto. Sarà necessario attendere 8 anni prima che ciò accada, solo nel 2011 esce in commercio il Patientia, blend di Merlot e Cabernet Sauvignon.

Nel frattempo la cantina subisce una profonda ristrutturazione sia negli edifici che nei vigneti dove i filari prendono il posto dei tendoni. Un salto importante per un’azienda nata alla fine della seconda guerra mondiale con l’ingegner Giacomo Prandelli  e che nel 1980 ottiene la certificazione di biologico grazie al figlio Pompeo. Oggi può dirsi ben avviato il progetto di  trasformarla in una cantina di qualità grazie allo sforzo della famiglia Mingotti . Silvia, Osvaldo ed Enrico, hanno trovato la formula giusta per completare l’idea del padre.

Daniele Vittorilli ci racconta come si lavora da CantinAmena

Daniele Vittorilli ci tiene a sottolineare che il percorso biologico aziendale  parte da molto lontano. “Dal 1972 l’azienda non ha mai utilizzato nessun tipo di diserbo o fitofarmaci di origine sintetica. Utilizziamo anticrittogamici per contrastare la peronospora e l’oidio. Da qualche anno stiamo utilizzando prodotti a base di alghe, il resto è tutto lavoro meccanico. Le fertilizzazioni vengono fatte con prodotti organici, sostanzialmente stallatici per una coltura sostenibile”.

La passeggiata in vigna permette di attraversare i terreni lungo un passaggio verticale che taglia in due gli 11 ettari di vigneto. Si arriva  fino al punto più alto della collinetta dal quale è possibile vedere ciò che resta del vulcano laziale, mentre a sud est imperano i monti Lepini. Altri due ettari sono poco lontani dalla cantina. Daniele Vittorilli ci ricorda che  “CantinAmena è un’azienda completamente protetta, a nord c’è  il fosso e un boschetto,  ad ovest la strada principale ed  infine la ferrovia. Si trova su un classico terreno dei castelli romani, molto drenante, senza grandi componenti di argilla e prettamente vulcanico”.

L’azienda Mingotti ha lavorato contemporaneamente su due identità. Una autoctona privilegiando la Malvasia Puntinata e il Cesanese, l’altra internazionale impiantando Sauvignon Blanc, Petit Manseng, Merlot e Cabernet Sauvignon. Nel frattempo molto spazio anche al trebbiano toscano, Sangiovese e Montepulciano che comunque rispondono molto bene in questa zona.

L’agronomo di CantinAmena è stato dettagliato nello spiegarci come utilizzano terreni e vigneti per ottenere i loro prodotti. “Abbiamo deciso di creare vigneti a cordone speronato posizionando circa 4000 ceppi per ettaro. In questo modo otteniamo circa 80-90 quintali per ettaro che vendemmiamo esclusivamente a mano con le cassette.” Interessante l’approccio al cesanese “utilizziamo un clone francese che ha rese qualitative molto alte. Inoltre , grazie ai  nostri studi,  abbiamo abbandonato la cimatura dei tralci preferendo arrotolarli sopra l’ultimo filo. Questo accorgimento ci ha permesso di ottenere acidità più importanti nei mosti”.

Dalla vigna alla cantina

Il cammino prosegue nelle cantine aziendali. CantinAmena vanta una vecchia grotta in tufo scavata a mano completamente ristrutturata dove vengono messi a riposare alcuni campioni di bottiglie. Presto sarà utilizzata per nuovi ed interessanti progetti.

Tornando in superficie ci accoglie una cantina suddivisa in due zone, la parte composta dalle botti di acciaio e una zona chiusa a vetrate dove dimorano le barrique e i tonneau di rovere francese. Qui il Patientia riposa dai 10 ai 12 mesi.

Progetti, ambizioni

CantinAmena si preprara al prossimo step, i progetti e le ambizioni non mancano. “L’idea è quella di fare il metodo classico con i trebbiano, inoltre vorremmo togliere l’ultima parte di kiwi e impiantare il bellone o il trebbiano verde. Quest’ultimo è stato riscoperto, è un cugino lontano del verdicchio che è stato abbandonato negli anni settanta. ” E su questo Trebbiano Verde ci  torneremo. Daniele ci ha promesso un approfondimento su questo tema e noi non mancheremo all’appello. Ma l’occasione era ghiotta per parlare con l’agronomo di una faccenda che ci sta molto a cuore, l’Organizzazione Comune del Mercato vitivinicolo.

Lazio ed OCM

Avevamo affrontato in un precedente articolo  questo tema, e sottolineavamo la possibilità di maggiore utilizzo di questo strumento per le cantine laziali. Daniele Vittorilli da anni si occupa anche di questo settore, nessuno meglio di lui poteva chiarirci le idee. “Non è sfruttato l’ocm della promozione. Personalmente sono venti anni che preparo domande per le aziende. Si punta molto sulle misure di ristrutturazione vigneti e ristrutturazione cantina, mentre la promozione non cammina”.  In parole povere le aziende tendono a chiedere fondi per migliorare la propria cantina e il proprio vigneto mentre sembrano non puntare sui fondi per pubblicizzare i loro prodotti.

La degustazione

Siamo arrivati al momento più atteso della giornata. CantinAmena ha 6 frecce al suo arco, tre vini rossi, un rosato e due bianchi. Ripeto sono un uomo fortunato e ho avuto la possibilità di svolgere la degustazione nel giardino del casale antistante la cantina che domina l’intero vigneto. Queste le nostre impressioni.

Bibe 2017. Trebbiano in purezza. Un vino non molto denso dal colore giallo paglierino scarico. Al naso le note citriche e agrumate ben si accompagnano con sentori erbacei. I profumi ci annunciano un vino di spiccata acidità. La gustativa ci conferma questa impressione, un freschezza decisa e netta senza però essere mai invadente. Un vino che disimpegna il palato e la mente, facile da abbinare e dalla buona bevibilità. La retrolfattiva evidenzia una bevuta  non molto persistente, proprio come deve essere un trebbiano di questo tipo. In bocca fugge ma non sfugge lasciando una leggera sapidità che allieta la bevuta.

Divitia 2017. Ottenuto esclusivamente da uve di Malvasia Puntinata.  L’annata 2017 mostra un  bel giallo paglierino con intensi riflessi verdi.  Il bouquet aromatico spazia dalla mela e pera ad una pesca gialla fino ad arrivare agli odori tipici dei fiori bianchi e gialli.  Camomilla e mimosa sono quelli prevalenti.  Nonostante frutti e fiori hanno predominanza, non riescono a soffocare la territorialità, la mineralità è decisa e distinguibile . Al primo sorso si presenta di buon corpo, per niente ostica. Ritroviamo la giusta acidità per una Malvasia Puntinata dei castelli romani  che rende il palato gradevolmente pulito lasciando posto alla sapidità classica del territorio. La retrolfattiva denota una buona persistenza che ne scoraggia la grande bevibilità, consigliando invece un abbinamento su misura per goderne a pieno. A nostro giudizio il Divitia  riesce meglio delle altre etichette ad esprimere terroir e clima. Rappresenta con decisione il carattere dei Castelli Romani.

Rosam 2016. Ottenuto da merlot in purezza. Vi anticipiamo che ci ha favorevolmente impressionato per la sua capacità di difendere molte caratteristiche del vitigno nonostante questo tipo di vinificazione. In particolare abbiamo apprezzato che la struttura e il corpo di questo vino si fanno sentire, ciò impedisce al Rosam di cadere nelle trappole dell’appiattimento o dell’estrema piacevolezza. La luce del sole di questa mattinata autunnale esalta un rosa accesso ed intenso. L’olfattiva sottolinea immediatamente una nota ferrosa che si bilancia con profumi di melograno, fragola e una leggera sensazione di ciliegia. In lontananza una percezione di violetta. In bocca, come anticipato, ha un buon corpo e sostenuto da una buona acidità. La deglutizione lascia in fin di bocca una sensazione amarognola molto piacevole, simile a quella lasciata dal radicchio per intenderci. La persistenza non è molto lunga ma accontenta sicuramente la bevuta di un Merlot rosato.

Doc Roma 2017. Ci troviamo davanti all’unica doc aziendale che, come disciplinare impone,  richiede Cesanese e Montepulciano. Visivamente si presenta di un rosso rubino intenso come ci si aspetta da due vitigni così robusti, soprattutto per un vino che presenta questo blend in giovane età. Arrivano buone sensazioni odorose al naso anche lasciando il calice leggermente scostato. La sensazione ferrosa è predominante, il territorio su questo vino inizia ad imporre la sua presenza. Intense folate di frutta rossa molto matura cui si aggiunge una piacevole profumazione di frutti di bosco come mirtilli e ribes e un accenno di rosa canina. Il tutto viene arricchito da una nota molto delicata di spezie. Il tannino deve ancora arrotondarsi un pochino ma non è fastidioso. Un vino che rimane fresco e incomincia a bilanciarsi.

Arcana 2016. Vino prodotto con uva cesanese.  Come il precedente il rosso rubino è accesso e deciso. Vivaci i profumi di questo Arcana che spaziano dalla frutta rossa matura al melograno esplodendo poi in amarene, ribes e lamponi. Anche una componente balsamica emerge piano in seconda battuta. Il tannino è più levigato rispetto alla doc Roma e ben si combina con la freschezza.  La persistenza è medio lunga e soddisfa sufficientemente la bevuta. Un cesanese fedele al territorio e alla storia ma allo stesso tempo scalpitante e dinamico.

Patientia

Patientia 2016. Punta di Diamante dell’azienda CantinAmena. Un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot in uguale dosaggio e che vanta il titolo di essere il primo vino creato dalla famiglia Mingotti. Il colore tendenzialmente Rosso Rubino inizia ad incupirsi e diventare granato sull’unghia. La frutta rossa matura fa da apripista a componenti più decise come il cacao, la tostatura e la speziatura e una nota elegante di tabacco. A contorno emergono fiori rossi appassiti. L’analisi gustativa sottolinea la presenza di un tannino già ben lavorato e una discreta freschezza. In bocca inizia ad ammorbidirsi  e con facilità riesce ad avvolgere l’intero palato. Molti dei sentori riemergono in post deglutizione affermandosi come vino assolutamente persistente.

Nonostante il Patientia abbia solo 2 anni dimostra già di essere  equilibrato. Sicuramente il vino di maggior interesse dell’azienda Mingotti e sui cui la stessa punta molto. La nostra impressione è che possa ancora evolvere e regalare in futuro ulteriori sensazioni gustative.

In base alle annate il Patientia effettua un affinamento in barrique di rovere francese dai 10 ai 12 mesi cui seguono altri 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.  Nella nuova annata l’azienda sta preparando il Patientia affinato anche in Tonneau, sempre di rovere francese, per dare note meno accentuate del legno.

Conclusione di una giornata a CantinAmena

In conclusione un’azienda piccola e giovane dove imprenditori bresciani decidono di investire tempo e denaro. A CantinaAmena nasce il sodalizio spirito Bresciano, vitigni autoctoni ed internazionali nel terroir e clima dei Castelli Romani.

Passeggiata finita, visita in cantina terminata, degustazione conclusa. Non sapevo come aprire questo articolo, ma sapevo come chiuderlo fin da quando a fine giornata mi sono seduto sotto un olivo, con un calice in mano  a due metri dal vigneto e con davanti a me le colline dei Castelli Romani.